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Traduzione italiana dell’ultimo libro di Philippe Karl

Prefazione

Mi fa sempre piacere leggere un testo di Philippe Karl, soprattutto quando è illustrato dall’autore, la cui matita caratterizza con tratto vivace e sicuro la silhouette di cavalli eleganti e corretti. Ma questo piacere riguarda in particolare la qualità tecnica della sua esposizione, fedele alle concezioni della scuola francese che Saumur ha per missione di conservare e trasmettere.

Philippe Karl, una volta écuyer del Cadre Noir, ha partecipato con successo a questo nobile compito. Ha addestrato e presentato diversi cavalli di differenti razze, orientati verso varie specialità, ma che soddisfacevano per prima cosa le esigenze del ceppo comune stabilito dal Generale L’Hotte.

Che si trattasse dei lusitani “Odin” e “Verdi”, dell’anglo-arabo “Tétra” o di altri soggetti che partecipavano agli spettacoli della Scuola Nazionale, le presentazioni di Philippe Karl figuravano tra i pezzi forti di quelle serate di prestigio.

Esecutore esemplare e rinomato pedagogo, Philippe Karl ha appena offerto al pubblico una serie di videocassette che illustrano l’equitazione di leggerezza… Le belle immagini tratte da questi video completano la presente opera. Vi si vedono cavalli generosi, regolari, sereni, la cui piena condizione rivela un equilibrio stabile. Fanno venir voglia di montare con finezza. La loro agilità si manifesta con la “galantise de la bouche” ricordata da Pluvinel e La Guérinière, “l’Abkauen” di Seeger e Steinbrecht, “la mobilità morbida della mascella” di Baucher e del Generale L’Hotte. Senza di essa, non c’è leggerezza completa; e la sua assenza è un segnale infallibile di qualche carenza fisica o morale nello “stato d’animo e del corpo” dell’esecutore, come dice il Generale Decarpentry.

La decontrazione della mascella, preliminare a ogni tentativo di messa in mano, apre la via all’impulso, questo lusso indispensabile, e si accompagna a un contatto leggero inframmezzato da decise discese di mano.

Quando gli esperti si accordarono su una comune nozione di bene e di male, questi traguardi erano ricercati dai concorrenti e sostenuti dai giudici. Fu un’epoca fastosa per il dressage accademico. Per quanto dominata dalla Germania, la competizione si trovò governata in un ambito che includeva tutte le finezze dell’arte, che non conosce frontiere.

Ai nostri giorni, l’arte di addestrare i cavalli è diventata un’attività sportiva dominata dal fattore economico. Numerosi sono i “cavalieri senza macchia” che ne denunciano le devianze.

Anche Philippe Karl è in campo, e le sue realizzazioni concrete ne fanno un valido interlocutore, in un’epoca contrassegnata dalla promozione di censori la cui virtuosità equestre è quanto meno dubbia… Il suo studio critico parte da una constatazione, analizza una situazione e propone un’alternativa. Presenta una visione molto pertinente di ciò che potrebbero essere le prove di dressage comparate alle categorie di salto ostacoli.

Sebbene il tono non sia sempre ameno, la gravità della posta in gioco da una parte, e il rigore tecnico, il parlar franco e la passione dell’autore dall’altra, sono poco compatibili con l’esercizio, molto diplomatico, del compromesso.

Mi auguro che il successo coroni i suoi sforzi, e gli porti responsabilità a cui il suo savoir-faire e la sua etica di uomo di cavalli gli permetteranno di adempiere legittimamente.

Generale a riposo Pierre Durand

Écuyer-en-Chef del Cadre Noir dal 1975 al 1984

Direttore della École Nationale d’Équitation dal 1984 al 1988